lunedì 22 dicembre 2014

non sono

di nessuno
non posseggo nulla
non ho niente di materiale
non appartengo a nessuno e nessuno mi appartiene
posso donare nulla perché nulla ho
ne ho in abbondanza di nulla
di niente
posso donare una smorfia perché è quello che ho sul volto
posso essere in piedi e seduta
sdraiata
silenziosa
posso parlare
piangere
ridere
perché quello c'è di me
posso abbracciarti se ti va così come gesto gratuito
senza dare un valore
quello lo darai tu
posso prenderti
lasciarti
posso ascoltare anche per ore e ore
perché il tempo ho
ho tempo
quello si
il tempo di me viva
e sopratutto avrò un infinità di tempo da morta
e quello lo posso regalare
infiocchettare
posso regalare la finzione di starti accanto
e posso fare lo sforzo di essere meno randagia di quello che sento
ecco il sentire ho
di quello ne ho anche mentre dormo
e con sincerità posso sentire in ogni forma
la sincerità ho
ma anche la menzogna
posso avere l'emergenza di chiederti aiuto
posso avere la superbia di sentirmi migliore
posso avere il desiderio di essere posseduta
e la caparbietà di rimanere da sola
posso avere tanta debolezza
e posso nasconderla
la necessità ho
ma posso evitarla e continuare ad invecchiare
la vecchiaia ho e posso averne ancora
e ancora posso lasciare che il tempo mi divori nell'attesa di continuare a non essere nulla

martedì 9 dicembre 2014

Preludi








di e con Rita Felicetti e Simone Weil


“L'essere umano ha il potere di rivolgere la propria attenzione e il proprio amore alla bellezza.”Simone Weil

Preludio è un monodialogo che nasce dal principio che accomuna il teatro“all'esperienza di verità”di Simone Weil :“aprire uno squarcio su quella realtà fuori dello spazio e del tempo che spesso non è presente nella coscienza”.
Il dialogo tra una performer di 36 anni viva nel 2014 e una filosofa attivista morta a 34 anni nel 1943 porta a ironici confronti e qualche contraddizione.
Entrambe parlano di realtà estranee al mondo, di desideri, di bisogni, di esseri umani e di essere umani.
Una lo fa con urgenza e passione; l'altra con ironia e sarcasmo.
La passione di Simone Weil nasceva dalla consapevolezza che l'unica vera prova per interrogarsi e fare filosofia, era quella di calarsi nella realtà e 
affrontarla.
La sua realtà non è cambiata: ancora oggi bisogna dare un contributo concreto alla lotta culturale, resistere e contrastare il sistema con la ricerca“ del rispetto che sempre e comunque è dovuto ad ogni essere umano” senza distinzione di razza di sesso di genere.

Perché questo dialogo?

Ci costringono a chiederci a cosa possa servire l'arte, qual è la sua “utilità/inutilità”.
Simone Weil mi ha aiutato a capire che la ricerca della bellezza è un bisogno dell'essere umano tanto quanto quello di mangiare, bere, desiderare, disobbedire, contraddirsi, sentirsi libero di amare, sentirsi al sicuro con i propri doveri e i propri piaceri, respirare e non annoiarsi.

Simone Weil professa un'attenzione ai bisogni.
Ridere è un bisogno.
Commuoversi lo è.
Studiare è un bisogno.
Confrontarsi lo è.
Criticare commentare sghignazzare è un bisogno. Cantare urlare ballare sono bisogni.

Non fare nulla lo è.
Se ogni bisogno è suggerito da un'attenzione comune ad un mondo che c'è fuori di noi, allora è un bisogno perfetto.