giovedì 12 marzo 2015

Parigi



Maison Sauvage

Due gemelli musicisti di musica popolare italiana che suonano dalla mattina alla mattina dopo.

Una psicologa insegnante che dipinge e canta e parla napoletano ma è salentina.
Una attrice marchigiana che parla napoletano e francese e spagnolo e canta ed è uguale alla Tata Francesca Cacace e si spoglia ogni tanto e diventa una ragazza d'altri tempi che aspetta il cocchiere.
Un attrice di Milano ma calabrese che imita la Vanoni e canta e canta e canta e ride e fa ridere e mangia e ride e fa ridere e mangia e canta e imita la Vanoni.
Un altra attrice e regista di Bologna colei che ha creato tutto questo strano incontro di queste strane persone alla Maison Savage e che trasuda entusiasmo e amore per l'umanità.

e Io che sono io e in silenzio sorrido.


Una settimana a Parigi alla Maison Sauvage.

Una casa ricavata in un ex fabbrichetta di olio ,
vetrate e vetrate e piante ovunque e quel parquet scuro e piante e vetrate e parquet pregno di odori di trementina e olio e pennelli e legno e cuori sacri messicani e musica.

La doccia in cucina a vista e il bagno in cucina a vista e le porte... non ci sono.

Non c'è intimità né si cerca, ma se ne crea tanta quando di sera si parla sottovoce e si cammina scalzi e il rumore della pipì si confonde con quello del caffè.

Riuscire a defecare diventa un motivo di convivenza estrema o semplicemente un azione da fare con estrema indifferenza o come una performance dal titolo : non aprite quella porta... perché quella porta non c'è.


I pasti accompagnati da Vodka col filo d'erba , dolce come un profumo francese da boutique per signore.

Lo Champagne nei "passage" ...
Il vino francese con i formaggi francesi speziati col cumino indiano.
L'acqua troppo cara da comprare ma c'è quella del rubinetto disponibile ovunque.

I ragazzi italiani lavorano come artisti e ricevono sovvenzioni per pagare gli affitti alti e hanno la disoccupazione e i sussidi,

anche i ragazzi che studiano hanno borse di studio e agevolazioni e tutti hanno almeno 2 lauree brevi ma a 26 anni parlano di storia e filosofia come vecchi professori universitari già stanchi.

I ragazzi Italiani si lamentano che i Francesi sono gentili ma distaccati , sorridono si sorridono, si sono gentili, si si ma non sono calorosi non sono caldi.

I ragazzi Italiani del sud spesso vanno alle feste di musica popolare Italiana o Cubana o Cilena o Colombiana o del sud di qualche sud del mondo...

Spesso i ragazzi Italiani del sud dell'Italia cantano a squarcia gola per strada le canzoni di Toto Cotugno Rita Pavone e Mina e Celentano.


Si lamentano di Parigi ma ridono e suonano e cantano e poi si lamentano.


Ci si lamenta di tutto.

Della povertà e della ricchezza degli altri di altri che chissà chi.
Del lavoro ci si lamenta sempre del lavoro o troppo o troppo poco o troppo poco pagato .

A Parigi c'è molta luce e tanta bellezza e moltissimi ragazzi e file di gente ovunque .. file di file per fare la fila...e file in fila anche per entrare in un locale all'aperto.


si...c'è molta molta gente molti molti ragazzi e i turisti si mischiano a tal punto da non riuscire a capire chi sia lo studente chi l'autoctono chi di passaggio chi di fuga chi per amore chi per lavoro chi per scelta e chi per scelta di altri e chi per emigrazione immigrazione migrazione.


Il bidet non capisco non riesco a capire perché non ci sia.


Parigi è Europa e l'Europa è bellissima.


Romantica pulita elegante folle sporca silenziosa e caotica verde cielo acque blu aria zingari popoli etnie danze sudore birre e noccioline spezie wok e coriandolo e involtini cinesi e pesce e carne e mostarda e patatine e chiese e moschee e militari con i mitra in mano e con la mimetica all'ombra di un sole caldissimo e cartoline dei primi del 900' e absentio per ricordare i dadaisti e i surrealisti e storia in ogni quartiere storie in ogni incrocio di sguardi.


Poi chissà...


ognuno ha una casa dentro di sé con o senza porte con o senza parquet con o senza musica ognuno (si) abita come vuole e ognuno subisce la fame a suo modo e ognuno si sente affollato o super affollato e soffoca e sente i silenzi e le mitragliate, ognuno dentro di sé ha la propria Europa piena di contraddizioni e di cibo cinese, ognuno ha una casa che ha freddo che defeca che si ubriaca e che cerca conforto nel lamentarsi di qualcosa... di qualunque cosa...


abitanti di noi


coinquilini di una terra in un qualche posto di un universo infinito


infinito