martedì 26 novembre 2013

il fatto è

una citazione che mi rimbomba mi rimbomba mi rimbomba mi rimbomba ...

Il fatto è che nelle trincee quotidiane dell’esistenza da adulti le banalità belle e buone possono diventare questione di vita o di morte (…)
… la vera , fondamentale educazione al pensare (…) non riguarda tanto la capacità di pensare , quanto semmai la facoltà di scegliere a cosa pensare.

C’è poi la questione dell’arroganza.
Arroganza, convinzione cieca, una ristrettezza di idee (che) si traduce in una prigionia completa al punto che il prigioniero non sa nemmeno di essere sotto chiave.

“insegnami a pensare” in parte dovrebbe significare proprio questo : essere appena un po’ meno arrogante, avere un minimo di “consapevolezza critica” riguardo a me stesso e alle mie certezze …
(..) non è questione di virtù quanto della scelta di impegnarmi a modificare o a tenere a freno la mia naturale modalità predefinita che è per forza di cose profondamente e letteralmente egocentrica e vede e interpreta tutto attraverso la lente dell’io.


David Foster Wallace

e poi

e poi lui aveva i peli rossi e lei incinta di lui
e poi innamorata di un altra persona
e poi andava lontano a fare sesso
e poi mai una persona fu così malvagia
e poi non parlò più
e poi tanto tanto affetto
poi la stima
e poi il silenzio
meglio il silenzio dell'invidia
e poi i cicchetti dopo gli spettacoli e i cicchetti dopo i concerti
e poi in chiesa a parlare con Dio
e poi nelle strade a soffocare d'ansia
e poi panico
e poi al mare sempre al mare sempre sotto quell'ombrellone
e poi un freddo ciao
che poi quel ciao quante volte l'ho cantato
e poi i baffi lunghi
lui era alto
e poi lui con l'altra
e poi il primo indimenticabile
e il secondo tappezzeria e il terzo solo sesso
che poi sono gli occhi
e poi sempre la famiglia
sempre i nomignoli
sempre gli animali
e poi le case i letti i materassi e poi in macchina
a Sant'arcangelo
e poi in platea
e poi sotto la finestra sotto il temporale
e poi in via paradiso.

giovedì 21 novembre 2013

cronaca di un caffè

via San Felice è quella strada piena di negozi di scarpe e agenzie immobiliari e bar e pasticcerie...
in via San Felice vado a fare colazione sempre nello stesso bar dove la "signorina" dai capelli biondissimi mi dice : buongiorno bella come va bella !
e quando si aspetta il ciclo o quando si sta giù di morale o quando si sta nel dubbio su qualsiasi cosa... sentirsi dire "Buongiorno bella" serve come il brodo di pollo della nonna quando si è ammalati.
che poi io sto brodo di pollo non l'ho mai bevuto!
che poi io la nonna me la ricordo sul divano a guardare Capitol o Dinasty (?) mentre mangiavamo lumache con lo stuzzicadenti.
che poi lo stuzzicadenti ha un bellissimo nome anche mia nonna l'aveva : Laura.

in via San Felice c'è casa mia che la gente si ferma a guardala perchè da giù sembra una galleria d'arte.


ma la cronaca di oggi non era questa era un altra :

dopo il caffè sono andata a compare gli assorbenti dai cinesi e alla cassa mi è passata di fianco una ragazza molto naif molto esuberante un po eccentrica ma leggermente volgare che cercava una matita per gli occhi. Io nella mia presunzione di essere meno eccentrica di lei, l'ho guardata giudicandola negativamente , non so dire in che modo non ho dato un giudizio preciso ma avrò avuto la tipica faccia di merda di una che prova disgusto.
poco dopo mi sono accorta che questa ragazza non aveva un braccio.
non aveva parte di un braccio.
dal gomito in giù.
e si aggirava come se fosse bellissima in mezzo ai trucchi scadenti di un negozio cinese in via San Felice.
non aveva un braccio.
la mia faccia si è vergognata e io, io con tutta la mia faccia di merda.

tornando a casa, sotto il mio portone in via San Felice, la via con il negozio di scarpe più costoso della città, un ragazzo giovane più giovane di me, con in braccio un bambino di pochi mesi, anche lui più giovane di me molto più giovane.

questo ragazzo siciliano senza denti, mi ha fermato dicendomi - scusami, mi vergogno tantissimo- parlava sottovoce.
- scusami mi vergogno ma ti chiederei delle monetine per me e il mio bambino.
io - ma tu di dove sei?
- sono Italiano, sono siciliano.
- ma stai cercando un lavoretto?
- in via san felice tutti hanno il mio numero, l'ho lasciato a tutti anche solo per montare un mobile per disfare una cantina... ma non si trova niente non so come fare, scusami mi vergogno.
- non so cosa dirti dispiace a me ...
- sei stata molto gentile
- buona giornata

in via San Felice ci abito da 12 anni e il mio cognome è Felicetti e mi chiedo ogni giorno quanto possa pesare questa parola : FELICE.




lunedì 18 novembre 2013

Ipotesi teorica non sintetica sull’importanza di svegliarsi al mattino

Delicatamente banale e innocentemente inutile
Ipotesi teorica non sintetica sull’importanza di svegliarsi al mattino

È una certezza svegliarsi al mattino.
No che non lo è, si che lo è, no non lo è . ok mettiamo che lo sia. Ma anche no.
E’ una ipotesi quella di svegliarsi al mattino.

Con calma di fretta con il piede giusto o quello sbagliato con la pipì urgente o la fame atavica con la gola secca e l’alito inumano con la voglia di caffè o addirittura di sigaretta con il pene in erezione o il rumore assordante del citofono di uno che vuole “il tiro” per metterti “in buca” la pubblicità di nuovi store a tutto un euro dove trovare l’ultimo imperdibile portachiavi che ti dice dove hai messo le chiavi se hai perso le chiavi se no non te lo dice ma se le hai perse lontano da te lo dirà a qualcun altro che ha perso le chiavi anche se non  le ha perse davvero ma comunque le chiavi si sentiranno perse e urleranno alla perdizione.
È una certezza,dicevo, svegliarsi al mattino.

No no non è una certezza ma anche si ma anche no ma mettiamo che lo sia.

È una ipotesi probabile quella di svegliarsi al mattino, ma come questa ci sono altrettanto molteplici forme di ipotesi probabili.

Per esempio potrebbe essere probabile l’ipotesi di uscire di casa.

A piedi, in auto, in bus, a cavallo o col cane al guinzaglio, da soli o in compagnia, velocemente o lentamente, con scarpe comode o tacchi alti o dimenticarsi le scarpe ed uscire con le babuccie quelle di ciniglia con i gommini sotto il piede che stando in casa raccattano polvere creando un doppio strado di soffice morbidezza altro che la carta igienica che invece ti lacera l’ano giorno dopo  giorno e uno si chiede perché mai un cucciolo di labrador avrebbe accettato di fare da testimonial per la carta igienica.

Potrebbe essere probabile l’ipotesi di uscire di casa come anche quella di uscire da altro.
Andare fuori di se uscire dalla vita di qualcuno uscire dal locale pieno di fumo o dalla chiesa piena di santi uscire fuori dall’inferno quando passa la ferita si esce fuori dal periodo nero o buoi , uscire dal periodo di una frase o dal periodo di una stagione : l’estate sta finendo e un anno se ne va, uscire dagli anni anno dopo anno. Uscire dal portone dalla porta del cunicolo dalla finestra e … cadere giù morire e non uscire più.
A qual punto non ci si sveglierebbe più neanche al mattino.

Potrebbe essere probabile l’ipotesi di rientrare dopo che si è usciti o di tornare dopo che si è andati via o di rincasare o addirittura di restare.

Restare … restare come ipotesi quella di restare è la più difficile da decifrare.
È un ipotesi ardua non è per niente una certezza quella di restare.

Restare immobili a guardare il cielo o il soffitto o le pareti che quando ci sei tu qui con me questa stanza non ha più pareti ma alberi e restare a guardare gli alberi e restare dove si decide di stare o restare fermi immobili per giocare meglio a un due tre stella o restare paralizzati dalla paura o dall’indecisione o restare insieme perché ci sarà un perché o restare in un posto invece che in un altro perché l’altro è troppo freddo o troppo caldo o troppo lontano o troppo diverso e restare indifferenti a tutto, a tutto questo,  alle parole restare in silenzio per ore e ore e restare nel letto al mattino e decidere di non svegliarsi  per creare l’antitesi dell’ipotesi probabile che al mattino ci si possa svegliare ancora.

Un'altra ipotesi probabile potrebbe essere quella di provare e riprovare.
Provare non è definitivo è solo una prova.

Provare a sentire cosa dicono gli altri, ci provo ma non capisco ? provare a capire. Provando e riprovando si potrebbe riuscire a capire cosa dicono gli altri cosa chiedono di cosa si lamentano se ridono perché ridono ? provare a capire piano senza fretta con la pratica con l’esercizio. Provare l’esercizio per provare a capire gli altri e se l’esercizio non funziona provarne un altro. Esercitarsi però, come per i muscoli che se non si usano marciscono come il sudore che se non si suda ci si riempie di tossine e si comincia a tossire e ci si ammala e si è costretti a restare a letto da soli perché si diventa contagiosi e allora si che si sta soli e allora si che non c’è più bisogno di ascoltare gli altri e allora si che non c’è più bisogno di provare a sentire di provare e riprovare a capire cosa dicono e perché ridono e di cosa si lamentano gli altri.

Un ipotesi probabile è anche quella di stare soli ma è poco probabile questa ipotesi perché per quanto tu voglia stare solo solo non sarai . se solo ci fosse una possibilità si potrebbe provare ma non sei solo se hai dei vicini di casa se vai a fare la spesa se passeggi tra altri soli che soli non sono se hai un insegnante o un avvocato o un medico o se vai al bar o se lavori con un capo e il suo superiore e il tuo collega e il suo capo con il suo superiore e non sei solo se usi l’energia elettrica o l’acqua che c’è qualcuno che lavora per te che ti fa arrivare la luce che se fossi solo tu la luce non la vedresti … segui la luce segui la luce ti direbbe una voce dall’oltretomba che se sei solo puoi seguire solo quel tipo di luce quella ovattata come nelle fiction della tv che sembrano tutti belli e senza rughe e invece sono solo opacizzati o immersi nella nebbia.

Quella di stare soli è un ipotesi poco probabile ma non lo è il contrario ! l’ipotesi di essere sempre affollati.
Folla di rumori continuativi  di musica folla di  auto e del  camion dell’immondizia di notte che passa verso le tre con le sue luci gialle strobo creando quell’illusione di : finalmente gli ufo o meglio extraterrestri si sono accorti di me e mi portano via ! la stessa cosa non vale per gli extracomunitari, loro non mi portano via ma mi portano tantissime rose ogni sera che carini … una folla di rose che follia. L’ipotesi del sovraffollamento delle catastrofi ambientali per sfollare la crosta terrestre e la folla di opinioni a tal proposito e la folla di sensi di colpa e di paure e la folla di lacrime e di indecenza civile affollati da sensi comuni e da cattive preghiere.
Una folla di fatti da affrontare che nessuno affronta più.

Folla di sfollati e di fottuti fraintendimenti e di incertezze razziali e folle folle folle di paure e di violentissima ignoranza.

Una folla che spinge per far capire  quanto possa essere violenta l’ignoranza !
Non spingete ! mettetevi in fila! C’ero prima io! Fatemi passare permesso permesso! Soffoco!! In fila! Stia in fila e aspetti il suo turno! Rispettate la fila si crea più folla nel disordine!! Un po di civiltà! In fila indiana! Quanto sono civili gli indiani!

Una folla che spinge per far capire quanto possa essere violenta l’ignoranza.
Ignorare .
È un ipotesi troppo probabile quella di ignorare.

Troppo troppo facile troppo probabilistica questa ipotesi dell’ignorare!

domenica 17 novembre 2013

NON SONO FILIPPO TIMI: Strati

NON SONO FILIPPO TIMI: Strati: stirare strato per strato lo strato del dormiveglia stirarlo su quello del risveglio lo strato del risveglio stirato e inamidato sullo str...

Strati

stirare strato per strato
lo strato del dormiveglia stirarlo su quello del risveglio
lo strato del risveglio stirato e inamidato sullo strato del primo pensiero e del primo muscolo
stirare strato per strato lo strato del : "tu sei di fronte a me e ti parlo" con " ti sto parlando con lo strato della decenza civile e sociale".
lo strato sociale stirarlo su quello familiare e poi sullo strato intimo dell'amicizia.
lo strato della conoscenza stirato e ben piegato sullo strato dell'ignoranza.
stirare lo strato di quella faccia allo specchio con la faccia senza segni particolari con lo strato della immagine fotografata e di quella rubata.
lo strato della mondanità con lo strato indefinito di ognuno.
stirare ogni singolo strato uno sull'altro strato su strato fino ad accatastare intere inutili indefinite identità.
lo strato dello stare seduti in piedi distesi in ginocchio alla finestra sotto il tavolo dentro qualcuno e fuori dagli orari negli sguardi quelli brutti quelli insufficienti.
lo strato del guardarsi attraverso gli altri.
lo strato della fame e della sete e del sentirsi lontani dalle tragedia troppo lontani.
lo strato dell'attesa perenne.
strato su strato stirati uno sull'altro dentro e fuori.
lo strato di " aria aria c'è bisogno di aria.
stratificarsi.
ogni strato su strato substrato dalle dita ai lobi dalle ginocchia ai peli pubici.
dallo strato leggerissimo a quello quello quell'altro...

martedì 12 novembre 2013

l'ordine delle cose

se ci fosse un ordine delle cose i tavoli non zoppicherebbero e le sedie si accomoderebbero

se ci fosse un po d'ordine le mosche farebbero i lavavetri e le zanzare donerebbero il sangue

se ci fosse un ordine delle cose gli orologi andrebbero a suon di musica e i metronomi a suon di tempo

se ci fosse un ordine delle cose le case sarebbero vuote e fredde e le strade calde e piene di camini e divani per tutti e cestini di frutta secca da sbriciolare

se ci fosse un ordine delle favole anche le matrigne avrebbero una matrigna e il morale della favola avrebbe una morale

se ci fosse l'ordine del creato ci sarebbero meno papi e più papesse e si giocherebbe a figurine con i tarocchi per scambiarsi i doppioni

se ci fosse un orine sociale ci si guarderebbe semplicemente negli occhi con semplicità

se ci fosse l'ordine del disordine nessuno potrebbe più giudicare nessuno e tutti sarebbero comodi nella propria diversità

se ci fosse un ordine generale ci sarebbero gli stessi morti gli stessi danni gli stessi disordini ambientali e stragi naturali ma non ci sarebbero guerre tra guerre e morti tra morti che muoiono senza saperlo

se ci fosse un ordine nei cervelli ci sarebbe meno fumo dalle orecchie e unghie masticate 

se ci fossero ordini non dall'alto non dal basso non detti non scritti se ci fossero ordini non ci sarebbero

se l'ordine avesse una forma sarebbe sempre quella dell'uovo ma meno ovale 

elencosmo

le frequenze su FM guardare fuori sentire dentro la musica tutta il caffè caldo i tasti le girelle l'acqua le pieghe i fogli i tavoli bianchi il profumo pungente qualsiasi cosa al cartoccio le notizie inventate gli errori e fobie passioni ideologie le chiese vuote i prodotti di "belleza" gli appuntamenti le incompetenze la voglia la modestia l'età il cinismo usato bene e l'ironia ricercata la comicità abusata l'invidia innocente le scarpe tutte gli zaini usati le felpe consumate gli starnuti improvvisi guardarli da lontano aspettare qualcuno decidere di non decidere le opinioni degli ignoranti la tenerezza ogni tanto l'illusione di potersi nuovamente illudere le amiche e gli amici gay poi gli amici etero musicisti i barlumi di qualcosa che sia speranza o delusione purché sia solo un barlume  da spegnere la cioccolata nera e chattare con Jonathan parlare di birre e sentire la mancanza di nessuno o solamente di Karen di Will & Grace e la piscina con la doccia senza gettoni le identità miste l'ambiguità irrisolta i tappeti all'ingresso delle case con cagnolini e gattini e le piante nei pianerottoli dei palazzi le chiavi le bollicine sulla lingua i singhiozzi e gli scherzi le donne indecise e gli uomini timidi osservare chi capita e sognare sconosciuti il bianco e nero e il grigio i biglietti dimenticati in vecchie giacche e scontrini nelle borse concerti e ipotesi per il futuro sapere che non esiste il nulla perchè non lo si conosce abbastanza.