lunedì 22 dicembre 2014

non sono

di nessuno
non posseggo nulla
non ho niente di materiale
non appartengo a nessuno e nessuno mi appartiene
posso donare nulla perché nulla ho
ne ho in abbondanza di nulla
di niente
posso donare una smorfia perché è quello che ho sul volto
posso essere in piedi e seduta
sdraiata
silenziosa
posso parlare
piangere
ridere
perché quello c'è di me
posso abbracciarti se ti va così come gesto gratuito
senza dare un valore
quello lo darai tu
posso prenderti
lasciarti
posso ascoltare anche per ore e ore
perché il tempo ho
ho tempo
quello si
il tempo di me viva
e sopratutto avrò un infinità di tempo da morta
e quello lo posso regalare
infiocchettare
posso regalare la finzione di starti accanto
e posso fare lo sforzo di essere meno randagia di quello che sento
ecco il sentire ho
di quello ne ho anche mentre dormo
e con sincerità posso sentire in ogni forma
la sincerità ho
ma anche la menzogna
posso avere l'emergenza di chiederti aiuto
posso avere la superbia di sentirmi migliore
posso avere il desiderio di essere posseduta
e la caparbietà di rimanere da sola
posso avere tanta debolezza
e posso nasconderla
la necessità ho
ma posso evitarla e continuare ad invecchiare
la vecchiaia ho e posso averne ancora
e ancora posso lasciare che il tempo mi divori nell'attesa di continuare a non essere nulla

martedì 9 dicembre 2014

Preludi








di e con Rita Felicetti e Simone Weil


“L'essere umano ha il potere di rivolgere la propria attenzione e il proprio amore alla bellezza.”Simone Weil

Preludio è un monodialogo che nasce dal principio che accomuna il teatro“all'esperienza di verità”di Simone Weil :“aprire uno squarcio su quella realtà fuori dello spazio e del tempo che spesso non è presente nella coscienza”.
Il dialogo tra una performer di 36 anni viva nel 2014 e una filosofa attivista morta a 34 anni nel 1943 porta a ironici confronti e qualche contraddizione.
Entrambe parlano di realtà estranee al mondo, di desideri, di bisogni, di esseri umani e di essere umani.
Una lo fa con urgenza e passione; l'altra con ironia e sarcasmo.
La passione di Simone Weil nasceva dalla consapevolezza che l'unica vera prova per interrogarsi e fare filosofia, era quella di calarsi nella realtà e 
affrontarla.
La sua realtà non è cambiata: ancora oggi bisogna dare un contributo concreto alla lotta culturale, resistere e contrastare il sistema con la ricerca“ del rispetto che sempre e comunque è dovuto ad ogni essere umano” senza distinzione di razza di sesso di genere.

Perché questo dialogo?

Ci costringono a chiederci a cosa possa servire l'arte, qual è la sua “utilità/inutilità”.
Simone Weil mi ha aiutato a capire che la ricerca della bellezza è un bisogno dell'essere umano tanto quanto quello di mangiare, bere, desiderare, disobbedire, contraddirsi, sentirsi libero di amare, sentirsi al sicuro con i propri doveri e i propri piaceri, respirare e non annoiarsi.

Simone Weil professa un'attenzione ai bisogni.
Ridere è un bisogno.
Commuoversi lo è.
Studiare è un bisogno.
Confrontarsi lo è.
Criticare commentare sghignazzare è un bisogno. Cantare urlare ballare sono bisogni.

Non fare nulla lo è.
Se ogni bisogno è suggerito da un'attenzione comune ad un mondo che c'è fuori di noi, allora è un bisogno perfetto. 

mercoledì 15 ottobre 2014

e per favore e che ci vuole

per favore umani esseri umani
per favore non buttate via le parole
per favore e non siate così ignoranti
per favore e che ci vuole
per favore ma cos'è sto razzismo
e per favore
ma per favore
e che ci vuole
ma per favore non siate così rinchiusi e che ci vuole
che ci vuole a capire che siamo coinquilini dello stesso pianeta

e lo so lo so
lo so che ci sono coinquilini che non puliscono
coinquilini che non si lavano
coinquilini che fanno tutto male e fanno a tutti male
coinquilini che non rispettano
coinquilini che parlano a vanvera
coinquilini che usano le hogan
coinquilini che sfruttano anche i propri figli
coinquilini che usano le armi come se fossero fuochi d'artificio
coinquilini che mangiano tutto e non lasciano niente
coinquilini che usano le donne come avanzi da scartare
coinquilini idioti che stanno in piedi a leggere nelle piazze

lo so lo so
lo so


ma per favore

per favore non buttiamo via le parole come se non avessero valore

il razzismo è la prima causa di questa cattiva convivenza...

la prima
la prima causa di questa cattiva convivenza
ma per favore coinquilini miei e miei vicini di casa e miei simili
per favore e che ci vuole a capire che siamo tutti coinquilini dello stesso pianeta
che poveraccio ci sopporta
un pianeta che ci sopporta suo malgrado
che vorrebbe più alberi e meno idioti
che vorrebbe più fiori e meno sentenze
più animali e meno umani-animali
più radici e meno opinioni

e per favore
per favore...

devo scriverlo sul frigorifero?
"in questa casa per favore meno razzismo".



la prima causa di questa cattiva convivenza



martedì 14 ottobre 2014


tutto uno sputtanamento

sputtanare significa?

non essere più di nessuno
ma di tutti
non essere propri
ma di tutti
non essere intimi
ma di tutti
non essere dentro
ma fuori
di tutti
mettere fuori
non fiori
non per se
per tutti
per l'epitaffio di un morto qualunque
mettere fiori
per un morto di tutti

in vita e in morte essere di tutti
nessun segreto

nessun io
nessun tu


essere tutti


significa stere in piedi di fronte a tutti e specchiarsi




venerdì 12 settembre 2014

finalmente il niente


finalmente niente

il niente
assoluto
finalmente
non sono niente

nulla
finalmente
scompaio
a me
nel niente
come un  vestito sulla gruccia


l'inutile diventa niente.

Con tutto il nulla che possiedo
sarò finalmente il niente






niente.




infine

la fine si
alla fine ci credo
è così
reale e sincera
la fine

il fine no

è presuntuoso
il fine

la fine ci lascia così
il fine non ci lascia rimane con invadenza
noioso

la fine alla fine è definita
immediata o lenta lacerante

il fine è un tarlo
il fine non ha dinamiche se non quella di se stesso
arrogante

la fine porta ad un inizio
il fine all'inerzia

il fine non giustifica proprio nulla
è una scatola piena di appunti
la fine è un termometro di vetro

il fine è un mezzo
la fine è il motivo

infine
l'una non prevede l'altro
e viceversa




non si conoscono.








sabato 5 luglio 2014

Asti festival di teatro

Un funerale
Giorgio Faletti
che ero una bimba e lui faceva il poliziotto al Drive In e mio padre rideva e io non capivo ma osservavo quella pancia finta e lo trovavo "buono".

un matrimonio
mentre bevo un caffè al caffè san Carlo che mi sa tanto di sud

cinque spettacoli
solo quelli che ho visto io

una performance ben fatta
un monologo classico molto sentito
un Don Giovanni comico e difficile e meraviglioso
Una Merda che avevo sopravvalutato
l'attrice bravissima
il testo mi ha fatto sbadigliare 5 volte
un altro monologo Stabat Mater
un testo molto forte
un attrice molto sudata
ambigua
bella brutta uomo donna trans
molto brava anche lei e anche su di lei le parole le ho perse nel sudore

tanto sudore

spesso il sudore parla più di ogni parola di ogni bravura di ogni aspettativa

le vene delle attrici le vene sono splendide
le vene sui colli sul petto
le vene anche tra i seni
le vene di queste attrici sono lo spettacolo


per me


stasera Zombitudine di Timpano/Frosini
una coppia così potente
così folle
hanno quella voglia e quel caos di chi a ha voglia e caos di dire

stasera li vedrò dal di dentro
ma sento che le loro contraddizioni mi somigliano.


giovedì 19 giugno 2014

L'elemento sensibile è nella Scatola Cardanica.. (l'insieme degli aghi di una bussola= magnetismo e perdizione)



Chi non dà nulla non ha nulla. La disgrazia più grande non è non essere amati, ma non amare.
Albert Camus (postumo 1962/89)



infatti grazie
che non batteva più
neanche più colore aveva
che somigliava sempre di più ad un fegato 
congelato
che era lì ad occupare posto nella gabbia toracica
e grazie
che ora respira 
a volte sorride
e se ti guarda si gonfia 
e grazie che sembra più forte
che a volte s'addormenta felice
che ha ripreso a brillare
rosso carminio
blu oltremare
grazie anche se non ci sei
a lui non interessa 
ti vede
ti cerca
e si sorprende nel ritmo
battente
di ogni in levare
ad ogni tuo sorriso
anche se non ci sei
grazie di avergli aperto quel giorno
di avergli mostrato la commozione
sul gradino difronte al teatro
di avergli danzato intorno
di avergli mostrato la tua casa
di avergli dato la musica
e di aver condiviso la stanchezza
con lui
Grazie anche se non ci sei
anche se non ci sarai mai
anche se come sempre 
sei un illusione
grazie di esserlo ancora
nell'infinito non senso di tutto questo 
aspettare.




giovedì 29 maggio 2014

attore il tuo nome non è esatto

-rosso
-barocco
-anche fuori il cielo rosso
- la musica classica finale mi commuove
- il pavimento gelido
- tachicardia
- epilettici posseduti spicotici
-il demonio
-i corpi
-la rappresentazione 
-il sorrido finale la possessione
- audio voci lingue 
- la possessione di un bambino



-Artaud                                                                                                                 foto di Carlotta Pircher

mercoledì 28 maggio 2014

Ferrari/Castellucci



- rappresentzaione < entità

-cane : l'imprevedibile

-solitudine = banale ma indispensabile

- comunità : pubblico

- mistico = vita/morte (la fine il silenzio del pubblico)

- la fruibilità  = la convocazione del teatro, la riproducibilità della musica ....






le diverse solitudini

venerdì 16 maggio 2014

sintomi :

nausea e vuoto nello stomaco
nella gola
un rumore nel cervello
un rumore assordante nelle orecchie sotto le tempie
una smorfia dura nel mento tra i denti
paura estrema dell'universo
della scomparsa
dell'immobilità
della paura
paura della paura
tachicardia
debolezza
ancora paura
poi tranquillità
silenzio
poi caos
e nuovamente quei rumori nel cervello
e poi di nuovo la lingua tra i denti
stretta nella smorfia
difficoltà di riposare di addormentarsi
vertigini
vuoto
confusione e perdita di memoria
fantasie irreali
attaccamento a parole inusuali
estrema insicurezza
fierezza e autostima
e poi nuovamente paura
paura della paura
e della perdita
della scomparsa dell'immobilità
asessualità
sentirsi inutili
sentirsi assenti
non esserci
poi ancora rumori nel cervello e nelle orecchie
vertigini
nausea
felicità infinita
poi noia
senso di vuoto
di infinito
...



giovedì 8 maggio 2014

dove mi porterà?

tutto mi hai dato
persino le fragole e la cioccolata
mi hai dato anche la possibilità di aprire le finestre
perfino i libri mi hai dato
mi hai dato tutto anche i libri
i muscoli funzionanti
le dita
mi hai dato pesino la musica
e la possibilità del silenzio
persino quella
mi hai dato tutto anche i cuscini
il denaro con cui prendere
mi hai dato il caffè al bar
perfino
tutto
anche la piantina di basilico sul tavolo in cucina
mi hai dato
persino
la possibilità di usare la parola "perfino" o "persino".

Tutto mi hai dato
anche la famiglia
le case
le distanze
mi hai dato perfino il sud e il nord
e la macchina per percorrere il nord e il sud
perfino la macchina mi hai dato
e gli amici
e me li hai dati sorridenti
perfino amici intelligenti
mi hai dato l'arte la possibilità di disegnare di ascoltare e imitare la natura
perfino
tutto mi hai dato
anche le attese le solitudini la memoria e l'obnubilazione
perfino
che parolona!
obnubilazione
mi hai dato tutto
l'azione e il fare e la possibilità di dormire e svegliarmi
ancora
tutto mi hai dato perfino dieci paia di scarpe superflue
persino
vestiti inutili
capelli in ordine
perfino i saponi e le schiume
e l'acqua in bottiglia
tutto proprio tutto mi hai dato
perfino l'affetto
e le lacrime in abbondanza
perfino mi hai tolto i sensi di colpa
grazie
mi hai perfino tolto i sensi di colpa.

tutto mi hai dato anche il dubbio costante
su tutto
tutto su tutto

egoismo
tanto



tutto questo egoismo, ti chiedo, dove mi porterà?



eh?

lettera a Kathleen

ciao Kathleen!
come stai?
how are u?
c'è il sole a NY?
is there a sun in NY? noooo it's a sunny?
ti penso
I think of u..
da quanto tempo.... so much time.. how long ...
ti scrivo un po con il mio inglese sbagliato e un po in italiano che tu parli benissimo.

Come va con il lavoro con l'arte e l'amore?

qui il sole va e viene
come il mal di testa

oggi faccio "memoria" cioè ripasso il copione.
I will a show in Sunday

Il lavoro è poco
ma è sempre così, ci sono periodi pieni pienissimi e periodi vuoti vuotissimi

come il cranio
skull

Ho ripreso le lezioni di Inglese con Sebastian, un anglo-polacco che sembra un Rugbista dolcissimo.
mi ha detto : You are Keen on
cioè? ho riposto io
sei appassionata
mi dice lui
quando parli di arte di teatro

gli ho sorriso molto perché aveva, ha gli occhi dolci.
has sweet eyes

non imparerò mai questa lingua?
lui dice che penso troppo al significato delle parole
ma questo lo faccio anche con l'italiano!
I feel so much about the meaning of world ...

uffa come si scrive uffa in inglese?


Kathleen sei stata il bicchiere di vino più accogliente che abbia mai bevuto.
ti penso
grazie ancora del tuo affetto lontano.

lov u
VORREI ESSERE QUALCUN'ALTRO PER FARE QUALCOS'ALTRO
ma sopratutto gli apostrofi saranno giusti?

VORREI ESSERE UN APOSTROFO PER SENTIRMI MENO INUTILE
ma sopratutto?

VORREI ESSERE SOPRATUTTO PER VEDERE DALL'ALTO
ma?

VORREI ESSERE UN MA PER CONTRADDIRMI
?

VORREI ESSERE ?

la cattiveria

la cattiveria prima di tutto
mi manca quella
prima di tutto mi manca l'ignobiltà
mi manca
prima di tutto la volgarità l'odio viscido
mi mancano
mi manca il coraggio di uccidere
di chiudere gli occhi in pace
mi manca la meschinità
di sentire ribrezzo
di sentirmi all'altezza
di volare
mi manca prima di tutto la cattiveria
la civetteria
il pettegolezzo infimo
mi manca la secchezza di spirito
l'avarizia
mi manca la nausea verso gli altri
la masturbazione
mi manca
la voglia
la cupidigia e la golosità
mi mancano

possiedo la noia
la possiedo
il pericolo
il nulla molle
le ghiandole salivari
i linfonodi
nodi
possiedo le temperature
ascolto ascolto ascolto
i funerali
le perdite prima di perderle
possiedo la continuità
l'orgoglio debole
le valigie
la debolezza la pressione bassa la tachicardia
possiedo la felicità
e la conservo la surgelo
possiedo il surgelatore
il ghiaccio
il freddo
ascolto ascolto ascolto

la dolcezza porto al guinzaglio



martedì 15 aprile 2014

al sud

mannaggia al sud mannaggia
che esci dalla piscina e c'è odore di pane
che le voci urlano non parlano
urlano
mannaggia al sud mannaggia
che qui la forza di gravità è differente e la luce
la luce è diversa
la luce è più bianca
mannaggia al sud mannaggia che la morte
qui la morte
è una di famiglia
è una zia
si aspetta la zia qui
mannaggia
mannaggia al sud mannaggia
che le rughe riempiono i ricordi
i genitori marciscono
mannaggia
al sud
che si parla di cibo si mangia si mangia parlando di cibo
mannaggia al sud che il tempo è diverso
tutto velocemente rallentato
le giornate passate con la tv accesa
e tutto corre lentissimamente
mannaggia al sud che sembra un fratello
una religione
un'alternativa
un aria così diversa
che fuori fa caldo e dentro fa freddo
che le fragole sono più dolci
che le case enormi e piene di silenzi
che le strade dalle 14 alle 17 sono vuote
i negozi chiusi
mannaggia al sud che in piscina le signor nude urlano
che parlano di clima
che parlano di cibo
perché qui di cibo si parla
a pranzo si parla della cena a cena della colazione e a colazione del pranzo
mannaggia al sud che è così buono così lento così dilatato e noioso
così noioso e buono
così sud
così poco presente
mannaggia al sud negli occhi di una madre stanca
di un padre malato
di un fratello nervoso
mannaggia al sud che ho lasciato
e fa paura mi fa paura mi fa paura mi fa paura
mannaggia
al sud

sabato 5 aprile 2014

nessuna intenzione

non ho nessuna intenzione di crescere
nessuna

e quando scherzo non scherzo affatto
e quando seria scherzo

ma non ho nessuna intenzione di crescere
nessuna

e quando faccio quello che faccio non sto facendo niente
e quando non faccio nulla sottolineo ogni cosa
e il tempo lo misuro dalle scarpe
e il tempo lo misuro dalle suole
dalle doppie punte sui capelli

ma non ho nessuna intenzione di crescere

e quando canto a squarcia gola mimo il suono
e quando sto in silenzio non è detto che io stia ascoltando
anzi
per questo non ho nessuna intenzione di crescere
nessuna

e se cammino a passo svelto seguo solo le mie gambe
e se sto immobile è perché ho freddo
ho sempre freddo ma non ho nessuna intenzione di crescere
e sogno acqua acqua acqua

quando annego negli sguardi

nessuna intenzione
nessuna

si può soffocare lì dentro
si può soffocare
senza nessuna intenzione

di crescere

venerdì 28 marzo 2014

magma

quell'odore di magma
quella folla
infinito consumo
quella fastidiosa carità
indecente
un magma di pelli
quelle pelli callose
quanto magma
nel sudore
quella monnezza
immondizia
quel magma consumato
sui gradini
ai semafori
nelle strade
in ogni rosa magma
nelle biblioteche quell'odore di magma
in quelle scarpe
una più pesante dell'altra
in quegli strati di indumenti
di magma
quanto sopravvivere
sopravvivere nel magma
quegli occhi
dolore
negli occhi
e il freddo stretto nelle ginocchia
ginocchia inginocchiate
quel distrarsi
così nocivo
quel magma nel distrarsi nel cervello
quel tentare la fortuna
quell'essere eternamente controllati
immersi nel magma
ad ogni sorso di saliva
negli stomaci
polposi
e scarni
ad ogni sorso di saliva
ad ogni sorso di saliva
ad ogni sorso di saliva

martedì 18 marzo 2014

abbaiare

la famiglia è mestiere
gli amici mestiere
abbaiare per strada è mestiere
tossire e arrossire è mestiere
balbettare e starnutire
aspettare
continuare a fumare aspettando è mestiere
cercare nelle parole degli altri le proprie parole
è mestiere
leggerti e scriverti o non farlo è mestiere
guardare l'orario e scoprire che è sempre sbagliato o che segna le 19:19
è mestiere
a testa bassa e poi alta
cercare il sole sul marciapiede opposto
è mestiere
camminare sui tacchi
indossare la muta
descrivere i propri malesseri
accettarli e far ridere
è mestiere
respirare quando la tachicardia non dà tregua
è mestiere
prendere o non prendere decisioni
fare o non fare biglietti aerei
ascoltare e sorridere ma avere voglia di piangere o dipingere
è mestiere
riempire i buchi
riempire i silenzi o i rumori
riempire le cavità della bocca
gli spazi tra i denti
riempire l'aria di musica e fumo
prendere la macchina
riempirla di strumenti
aspettare la morte osservarla
è mestiere
sentire tutto in lontananza averne paura
mestiere
il sesso è mestiere

far ridere
far ridere
far ridere
è mestiere

fare tutto contemporaneamente per non fare nulla è mestiere

il fare è il mestiere
l'esserci è la pausa

mercoledì 12 marzo 2014

inno alla comodità

senza trucco né trucchi
senza cinture
senza elastici né lacci
senza uniformi senza additivi
senza ungenti né fermagli
senza attese senza orari
senza calendari senza stagioni
senza smalti senza segni
senza sintetici
senza profumi
senza opinioni e battute da fare
senza guinzaglio
senza tremori
senza orgoglio
senza paure né disgusto
senza giudizio
senza pressioni
senza voglie senza fame
senza prestazioni
senza rumori
senza nessuno


martedì 18 febbraio 2014

una visita ginecologica

Io non ti capisco lo sai?
Cosa vuoi da me madre?

non ti capisco

piccola non sono piccola
piccola non lo sono mai stata
grande non sono grande
grande mai lo sarò

cosa vuoi da me?
saremmo dovute andare insieme mano nella mano?
non capisco

sono lontana ma non distante
sono sempre stata lontana e mai distante
mai

purtroppo

non capisco dove sbagli e dove sbaglio


questa volta davvero non capisco

La dottoressa Amore
ti rendi conto? si chiama Amore!
non è una performance questa volta non lo è
è vero

si chiama così

e continuo a non capire perché non ridi
dove sbaglio
dove sbagli

non lo so

domenica 16 febbraio 2014

Lettera alla Signora

Ieri sera Signora mia ho visto l'inferno.
L'ho visto davvero.

Nella musica nell'aria di fumo sentivo di essere all'inferno, stavo così male così male Signò.

Non ho controllato qualcosa che è entrato dentro di me come un demone Signora.

Il pensiero costante sulla morte e su quelle persone intorno a me e sull'impossibilità di fare qualcosa qualsiasi cosa o nulla qualsiasi nulla.
Signora mia.

Non posso perdermi non riesco non ce la faccio... ho bisogno di una corda un filo uno spago un sentiero una traccia un inizio con la realtà altrimenti vedo il male che barcolla.

Signora mia ieri sera nulla era per me lì in quel luogo e io con me non c'ero.
Al collo Signora avevo un rosario.
Le mani gelide.



mercoledì 12 febbraio 2014

lo so lo so

non  me lo dire più che sono fatta così
lo so lo so già
che sono fatta così
non me lo dire più che sono aggressivo passiva
lo so lo so già che sono aggressivo passiva
non me lo devi dire più che sono difficile
lo so lo so già
è difficile
non mi dire ancora che è difficile starmi vicino
allontanati in silenzio
non mi dire ancora una volta che faccio ridere
lo so lo so già che faccio ridere
ridi in silenzio
non me lo dire più che a volte è piacevole starmi accanto
lo so lo so già che è a volte
a volte
piacevole
non mi dire ma dai non mi dire
non me lo dire che sono fatta così e così e fatta e così e fatta
fatti siamo tutti fatti
sono i fatti che lo dicono
non mi dire nuovamente le stesse cose
che non sono scema
e non mi dire che invece lo sono
lo so lo so gà che sono scema
non mi dire più che sono carina
che la parola carina mi fa venire la pelle d'oca
non mi dire che sono affascinante
che non sai neanche cosa sia la fascinazione...
lo so lo so che credi di saperlo ma non lo sai
allontanati in silenzio
e non dirmi più di non dirti di allontanarti in silenzio
lo so lo so che sembra scortese
infatti lo è
e non dirmi che non ti parlo e sto zitta
lo so che non parlo quando non parlo
lo so lo so
lo so che sono assente
non dirmelo perché non ti sento
non mi dire più di toccarti
lo so lo so che lo sai che non mi piace il contatto fisico
non mi dire più nulla
lo so lo so che è impossibile non dire nulla
dire nulla
nulla dire
non dirmi che sono piena di risorse
perché le risorse non servono
lo so lo so che non conosco bene il significato delle parole
e non dirmi che sono ignorante
lo so lo so che sono ignorante
non dirmi che so già tutto
lo so lo so che non so niente
ma che ne so io
che ne so
però tu non dirmelo allontanati in silenzio
allontanati in silenzio
allontanati in silenzio
allontanati in silenzio

giovedì 30 gennaio 2014

testo di una canzone scritta qualche anno fa




Ancora

ti da fastidio ancora la parola Amore
anche se ho il raffreddore e dico Abore Abore Abore

ancora ancora ti da fastidio ancora la parola Amore anche se ho il raffreddore e dico
Abore Abore Abore

senza fissa dimora

la rabbia dimora nei denti
tu no

la voglia dimora nel petto
tu no

la nostalgia dimora tra le gote e lo sterno
tu no

l'indifferenza dimora nel culo
tu no

i giorni dimorano tra i letti
tu no

le attese dimorano nel piede che sbatte
tu no

la musica dimora nel sangue
tu no

il gelo dimora d'estate sulla schiena e d'inverno sulla pelle
tu no

l'orgoglio dimora sulla fronte come uno stemma una corona
tu no

il sorriso che di solito dimora sulle labbra scivola fino alla vescica
tu no



il dormiveglia dove spesso ci sei tu dimora dove non ci sei

mercoledì 29 gennaio 2014

sui suoi passi

si potrei
maschera sul viso e crema sui capelli
si potrei
partire per Bruxelles e non spedire cartoline
si potrei
fare altre flessioni
potrei sposare un ragazzo ebreo polacco nero e di new york senza conoscerlo
sposare una ragazza una a caso
sposare un cane di taglia media possibilmente biondo
potrei
fecondare il mio ovulo che diventa creatura di qualcosa o qualcuno
si potrei
comprare una mutandina nuova per la collezione
potrei
cantare la canzone di Gigi la trottola
si potrei
potrei anche fare una doccia
potrei
si potrei non uccidermi per scommessa
si potrei
potrei mangiare solo pasticche : magnesio, calcio, vitamina c e b e poi bioscalin per i capelli
si potrei
far dipingere 37 quadretti a 37 persone diverse
potrei non stare da nessuna parte
si potrei
non essere io quella che credo
oppure
non essere io quella che crede
oppure
non essere io quella in cui credo
potrei
continuare così
si potrei
vendere l'auto, la casa e andare a vivere lontano a costruire qualcosa qualsiasi cosa
si potrei
tornare sui suoi passi o sui miei passi o sui passi di qualcuno
chissà quanto calza di scarpe
si potrei
spegnere i telefilm americani
potrei
andare lontano e tornare vicino o viceversa
si potrei
parlare con qualcuno
qualcuno che quando parli ti ascolta e poi si prende la parcella
si potrei
leggere di più
potrei di più un sacco di cose
si potrei
cambiare tutto
cambiare niente
potrei si e si potrei

(basta fumare o basta fumare?)

martedì 28 gennaio 2014

disturbi di compagnia


nervosismo tu che mi fai fumare mi fai compagnia.

angoscia tu che somigli alla nausea delle donne incinta mi fai compagnia.

ansia tu che tieni vivo il cuore e tese le vene mi fai compagnia.

depressione tu che mi mostri l'andatura del tempo mi fai compagnia.

paura tu che trasformi le ombre in coinquilini mi fai compagnia.

felicità tu che sei disarmante mi fai compagnia.

aggressività repressa tu che mi fai puzzare di cane bagnato mi fai compagnia.

bipolarità tu che vorresti scappare mi fai compagnia.

euforia tu che mi stupisci mi fai compagnia.

schizofrenia tu che parli canti e urli mi fai compagnia.

mania tu che sei in ogni fissazione mi fai compagnia.

inutilità tu che sei cosciente mi fai compagnia.

serenità tu che sembri un biscottino mi fai compagnia.

entusiasmo tu che ti muovi sempre mi fai compagnia.



illusione tu che includi tutti mi fai compagnia.








domenica 19 gennaio 2014

dentro la vita agra

è morto un altro amico
Franco.
Franco ballava anche quando camminava.
con quei baffi.

oggi piove qui a Rubiera.
Al telefono mia madre mi dice che è andata a messa in chiesa e ha pianto,
é domenica.

Ci sono tanti soldi da pagare al condominio.
L'amministratore ha messo di mezzo un avvocato.

Sto lavorando da mesi da anni
mi sembra di lavorare da 20 anni consecutivamente

e non posso permettermi di fare i regali che vorrei fare.

Siamo una famiglia fortunata noi.

Abbiamo tutto
tanto e troppo.

Continuo a lavorare con i miei colleghi : Ansia e Nodo.

Tra due giorni si debutta si va in scena si sta lì nel testo nel corpo nell'emozionare.
dentro la vita agra.

Non faccio che pensare alla morte alla vita a questo continuo essere felici e tristi contemporaneamente.

Dentro la vita agra.

lunedì 6 gennaio 2014

lavori in corpo

se non fosse per lui
nemmeno lo sentirei
nemmeno lo userei
se non fosse per il corpo non avrei dolori inaspettati.

se non fosse per il corpo non ci sarebbero escrementi
secrezioni
infezioni
ematomi
se non fosse per lui nemmeno lo sentirei

se non fosse per il corpo non distinguerei la sedia di legno dal cubo di pietra
le mani fredde da quelle sporche
il passaggio dell'incubo in ogni arto
dal collo si ferma sulla tempia il passaggio dell'incubo.

Se non fosse per il corpo non ci sarebbero cartine e indicazioni
le bussole non ci sarebbero.

Se non fosse per lui non ci sarebbe il luogo .
Se non fosse per il corpo non avremmo bisogno di molto.

senza fame
senza spigoli
senza spiccioli
se non ci fosse senza riposo
le membra stanche non ci sarebbero, la pelle secca, le labbra spaccate.
Se non fosse per lui saremmo ovunque.

Mai fermi mai visibili.
Mai tangibili e sempre presenti.

Se non fosse per il corpo tutti i rumori insieme tutte le temperature.

Il corpo così presente così età dipendente.
Riflesso dipendente
moto a luogo dipendente.

Se non fosse per il corpo.

Il passaggio dell'incubo sarebbe altrove.

Il passaggio dell'incubo chiuso per lavori in corpo.