martedì 9 dicembre 2014

Preludi








di e con Rita Felicetti e Simone Weil


“L'essere umano ha il potere di rivolgere la propria attenzione e il proprio amore alla bellezza.”Simone Weil

Preludio è un monodialogo che nasce dal principio che accomuna il teatro“all'esperienza di verità”di Simone Weil :“aprire uno squarcio su quella realtà fuori dello spazio e del tempo che spesso non è presente nella coscienza”.
Il dialogo tra una performer di 36 anni viva nel 2014 e una filosofa attivista morta a 34 anni nel 1943 porta a ironici confronti e qualche contraddizione.
Entrambe parlano di realtà estranee al mondo, di desideri, di bisogni, di esseri umani e di essere umani.
Una lo fa con urgenza e passione; l'altra con ironia e sarcasmo.
La passione di Simone Weil nasceva dalla consapevolezza che l'unica vera prova per interrogarsi e fare filosofia, era quella di calarsi nella realtà e 
affrontarla.
La sua realtà non è cambiata: ancora oggi bisogna dare un contributo concreto alla lotta culturale, resistere e contrastare il sistema con la ricerca“ del rispetto che sempre e comunque è dovuto ad ogni essere umano” senza distinzione di razza di sesso di genere.

Perché questo dialogo?

Ci costringono a chiederci a cosa possa servire l'arte, qual è la sua “utilità/inutilità”.
Simone Weil mi ha aiutato a capire che la ricerca della bellezza è un bisogno dell'essere umano tanto quanto quello di mangiare, bere, desiderare, disobbedire, contraddirsi, sentirsi libero di amare, sentirsi al sicuro con i propri doveri e i propri piaceri, respirare e non annoiarsi.

Simone Weil professa un'attenzione ai bisogni.
Ridere è un bisogno.
Commuoversi lo è.
Studiare è un bisogno.
Confrontarsi lo è.
Criticare commentare sghignazzare è un bisogno. Cantare urlare ballare sono bisogni.

Non fare nulla lo è.
Se ogni bisogno è suggerito da un'attenzione comune ad un mondo che c'è fuori di noi, allora è un bisogno perfetto. 

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