mercoledì 26 dicembre 2012

cosa stiamo diventando



Cosa stiamo diventando?
Quale razza animale che ostenta territori e mode e sicurezze fasulle?
Siamo pieni di bolle nel cervello.
Cosa stiamo diventando?
Con arroganza occupiamo la terra e ci appropriamo del tempo senza dargli più un minimo di valore.
Cosa stiamo diventando?
Frullati di parole e poi domande e poi risposte e ancora domande e risposte contraddittorie e ancora domande e poi ci ripetiamo e annoiamo noi stessi.
Cos’è che stiamo diventando?
Eternamente morti.
Vivendo tra gli spazi asfissianti in ciabatte anche quando piove e impellicciati con le teste chine sui monitor.
Cosa stiamo diventando?
La lotta tra chi fa più cose chi guadagna di più chi dice la battuta più cool , la lotta all’originalità e al benessere del giudizio altrui.
Stiamo diventando inquilini di spazi sempre più stretti e di azioni sempre già fatte già viste già passate.
Stiamo diventando.
Cosa stiamo diventando?
Affamati di giudizi.
Affamati di tutto.
E poi il vuoto e poi soli ad osservare e poi si piange stretti a sé sognando di tornare alla non vita, quella del silenzio dove tutto tace anche i sapori anche il freddo tace e le scarpe tacciono e la gola e le mani tacciono e poi la pelle muta, tace.
Cosa stiamo diventando?
Avidi di pace avidi di fama avidi di altro dell’altro di ciò che non c’è.
Cos’è che stiamo diventando?
Siamo il bisogno
Siamo l’insoddisfazione
Siamo l’attesa
Siamo la paura
Siamo un passo avanti e uno in dietro
Siamo così felici così annoiati così euforici così disperati così eccitati così soli così deboli così autori così malinconici così sfacciati.
Cosa stiamo diventando se non quello che ogni giorno ingoiamo a morsi e poi azzanniamo e poi sputiamo e poi ingoiamo a fatica e poi divoriamo e poi gemiamo e ancora e ancora.
Stiamo diventando semplici passanti.
A poco a poco passiamo.
Prima uno poi l’altro poi l’altro .










Caro corpo,

portami dove vuoi tu decidi tu dove non lasciare che nessun pensiero possa fermarti
corpo corri
vai lontano fai quello che vuoi
non ascoltare i bisbigli noiosi del cervello
scappa puoi
puoi
scappa
quella voce non ti serve tu sei più forte
puoi andare lontanissimo puoi scegliere il ritmo
sii artefice del luogo scegli tu dove e quando
ma scappa
cammina se vuoi passeggia dondolati fermati riposati ma vai
non ascoltare quella voce noiosa noiosa noiosa
tu hai la musica
tu strumento
corpo diventa più corpo lascia cadere ogni piombo lascialo affondare
tu lo sai tu sai tutto tu hai le mani hai le gambe hai la vista e l’udito e il tatto
tu respiri anche senza voci
tu senti gli odori
vai a cercare altri odori
vai a sentire altro
non ascoltare quella voce noiosa noiosa noiosa
sii corpo tu corpo puoi




New York è
New York è senza calze
New York è senza pause
New York è senza imbarazzo senza razza
New York è senza amici
Senza malinconia
New York è senza passato
È solo ospiti
È documenti alla mano e visti e permessi e solo così siamo tutti liberi …
New York è lavoro in nero che non si chiama lavoro in nero
New York è fai quello che vuoi basta che tra tre mesi sparisci
New York è spendi i tuoi soldi e prova a divertirti
New York è una casa per molti inquilini e pochi familiari
New York è ti abbraccio e poi ti volto le spalle
New York è continui sorrisi continui piaceri continui complimenti
New York è odore di cibo odore di fritto odore di nodle ed  eggs
New York è burro e latte a lunghissima conservazione
New York è a lunghissima conservazione
New York è imitiamo un po’ tutti perché siamo un po’ tutti
New York è gli anni 80 dagli anni 80
New York è tips
New York è percentuale di tasse
È business card
New York è la linea G della metro che non passa mai perché non arriva a Manhattan
New York è cosa facciamo stasera c’è un party che party non è
New York è a teatro costa troppo
New York è shopping made in china
New York è limousine e taxi e fumo sulle strade
New York è sirene a tutte le ore
New York è terrorismo psicologico
New York è fobia per gli incendi e allarmi e case di legno e polvere tanta polvere
New York è parchi immensi e scoiattoli
È l’altitudine dei grattacieli e la povertà nei vicoli di Brooklyn
New York è piena di Home less
New York le vetrine e le gallerie d’arte e i musei e gli eventi e i concerti
New York sono le persone che dormono in metro e leggono in metro e bevono caffè e mangiano in metro e scrivono sui pc anche in metro
New York è metà in cielo e l’altra meta sotto terra.


domenica 9 dicembre 2012



-si
-no
-si
-no
-si
-no
-fuck
-yes
-it's great!
-fuck
-my god!
-si
-no
-yes
-wow!
-no
-sorry?
-it's great!
-fuck
-fucking shit!
-si
-no
-wow!
-it's great!
-yes
-sorry?


OSPITE- IL MESTIERE DELL'ATTESA


OSPITEospite ospite nelle città ospitesono un ospiteeternamente ospitenell'utero nella casa dei genitorisulla terranel posto di lavoronei localiospitinei garagesulle stradeospiti eternamente ospitinelle case in tuttenei giardininei museiospiteeternamente ospitenei corpi di altri nell'amoreospitenelle parole dei libri nei filmnei teatriospiti siamo ospitinelle divise nelle scarpeospiti negli indumentie nei lettisotto i cieliospitisentirsi eternamente ospitisiamo ospitiospiti eterni ospiti................................................................................................................................... Visto che il mondo continua a girare con strafottenza, io continuo a scrivere con indolenza piena di muco nel naso e di pipì e di chissà quali altre porcherie necrotizzate dentro di me.Fuori c’è New York e dentro c’è un forno acceso che tenta invano di far lievitare una ciambella arancione.Fuori c’è l’universo colmo di voci e clacson e luci e dentro c’è quiete e riflessi di freddo alle finestre.Fuori ci sono i continenti e i mari e dentro solo logoramento.Fuori il tempo indifferente passa e dentro il tempo inferocito divora.Tutto continua a girare con arroganza fuori e dentro come uno spiedo di carne bruciata.Dentro le attese le pretese le insinuazioni e fuori le derisioni le alterazioni di ritmi.Fuori le cavie di qualcuno dentro le cavie di se.Fuori se ci sei o non ci sei non cambia , dentro pure.Fuori si può stare dentro ma viceversa non si riesce.Ci si prova ma si resta sempre e solo dentro come le pareti dello stomaco che se stessero fuori migrerebbero verso altre digestioni.Fuori si inghiottisce in silenzio e dentro si digerisce per noia.Tutto continua imperterrito a girare senza dare tregua anche solo ad un istante, quell’istante in cui tutto sembra silenzio.Fuori c’è New York c’è Brooklyn il quartiere dei negozi vintage e delle farmacie piene di tutto e dentro ci sono pareti bianche sulle ossa, parquet sulla pelle e divani e coperte nelle viscere, in cucina bolle qualcosa ma il vapore non serve a nessuno.Il vapore non serve a nessuno.Qualcosa bolle ma il vapore non serve a nessuno.Il vapore non serve a nessuno. .................................................................................................................................OkSe fossi eroinomane vivrei ogni giorno per procurarmi la doseSe fossi operaio tornerei ogni giorno a casa stanco e guarderei Walker Texas Ranger in tvSe fossi uno studente odierei lo studio e passerei ore su internetSe fossi un medico mi prenderei cura con pazienza dei miei pazientiSe fossi un punkabbestia avrei due cani e berrei birra in lattinaSe fossi una bella donna starei dal parrucchiere o da qualche amanteSe fossi un uomo brutto andrei a puttaneSe fossi un intellettuale leggerei l’ultimo libro dell’ultimo scrittore morto di recenteSe fossi un malato mentale conterei le crepe su qualche parete e camminerei raso al muro in cerca di nessuno.Se fossi un rocker starei con i miei amici a comporre e sparlare di altri musicisti .Se fossi un attrice starei alla ricerca spasmodica di casting e provini.Se fossi una professoressa starei sul tavolo in cucina a correggere compiti mentre in forno lievita la ciambella.Se fossi una madre andrei a prendere i miei figli dal corso di scherma e di danza.Se fossi un padre tornerei a casa con pane e latte e aspetterei la cena guardando il tg.Se fossi un lavoratore qualunque tornerei a casa dalla mia famiglia.Se fossi un sigle mi preparerei un caffè e fumerei sigarette e poi doccia e bar .Se fossi chiunque non so.Se fossi non so chiunque sarebbe.Se fossi io starei a scrivere  che se fossi altro da me sarei altrove a fare chissà cosa senza però sapere davvero cosa.Quindi nulla. ..........................................................................................................................................Il mestiere dell’attesaQuando ogni cosa a suo tempoQuando il caffè e poi?Quando aspetta che oggi chissàQuando potrei potrei farei farei dovrei dovreiIl mestiere dell’attesa quandoQuando in che mese siamo?Oggi è andata cosìQuando va bene calma e sangue freddoQuando non c’è nulla di male basta capireIl mestiere dell’attesa quando so fare tutto e non faccio nullaQuando non mi capisconoQuando è il mondo che è sbagliatoQuando se solo avessi fatto altroIl mestiere dell’attesa quando fa troppo freddo o fa troppo caldoQuando anche gli altri però non solo ioQuando ok ma poi cosa cambia?Quando ora vediamo come va cosìOra vediamo come va quiOra vediamo come vaIl mestiere dell’attesa quandoQuando qualche anno fa o fra qualche anno …Il mestiere dell’attesa è il mestiere più sottovalutato quello delle riflessioni senza scadenza senza età e senza fine .


martedì 8 maggio 2012

IRONIA

Ironia e Sarcasmo.

come il sale e il pepe.
come il ghiaccio e il limone.

Due elementi che prima fanno venire sete e poi dissetano


lunedì 7 maggio 2012

Teatro San Martino

Bologna 3-4-5 maggio.
Teatro San Martino Esiste anzi Chiude.

In effetti fa sempre male sentir dire che un teatro chiude...
fa male sentir dire la parola " chiudere".

eppure

Eppure se il San Martino chiude, un motivo ci sarà, forse più di un motivo, forse troppi motivi?
Non sono stati gestiti bene i contributi del comune e della regione?
Il prete ha rotto i coglioni? ( è il prete che chiede l'affitto vero?)
La chiesa ha più pubblico del teatro?
La messa è più interessante di alcuni spettacoli?
Gli spettacoli non sono di interesse primario?
Il prete ti promette il paradiso e il teatro ti promette l'inferno? o viceversa?

chissà.

fatto sta che in questi tre giorni di autogestione del Teatro San Martino Chiuso, ho assistito a piccole Piece o monologhi o dibattiti o letture a dir poco noiose ma che dico noiose...dico...patetiche.
E mi ci metto pure io in mezzo che non ho detto nè fatto nulla di nuovo nulla di già detto e già fatto perchè sono una merda!

Questo per dire che forse siamo ancora un po troppo sazi e poco affamati.
Dobbiamo mangiare ancora meno per apprezzare un pezzo di pane.
(ahahah! L'influenza della chiesa è forte! I love Gesù !)

Quello che voglio dire...che voglio dire? voglio dire che "forse" chiudere i teatri sempre più teatri sempre meno attori sempre meno gente di spettacolo e artisti che fanno gli artisti e monologhisti che dicono minchiate forse dico forse e ripeto forse sarebbe meglio?
Forse chiudere le scuole di teatro per un po' per non illudere i poveri piccoli "allievi delle accademie allievi delle scuole allievi dei laboratori allievi degli allievi degli allievi" che sperano di "lavorare" nel teatro...forse  dico forse sarebbe meglio?
chissà
Per fare una selezione alla radice,  per creare nuovi mestieri, per toccare il fondo ancora un po' e un po' e ancora più giù, per tornare a sentire fame e sete, per tornare a quell'urgenza che è la ragione del fare teatro...

Molti fanno teatro e dicono : sono un attore ho lavorato con e faccio teatro da e vorrei farlo là e vengo da lì e ci credo e sono umile ma ci credo e sono umile ma sono un artista ma umile...
Ma forse prima di salire su di un palco a dire 4 parole prese dall'abecedario delle elementari...prima pensa...prima aspetta...prima fatti anche 4 domande...prima chiediti...prima rifletti sul fatto che un parrucchiere guadagna moltissimo!

perchè non fare il parrucchiere?
è un lavoro artistico anche quello ed è remunerativo!

Non mi riferisco solo a giovani principianti o giovani amatoriali ma anche a vecchi insegnanti e vecchie attrici e vecchi maestri che girano la minestra da decenni...


La minestra è evaporata!





martedì 1 maggio 2012

1 maggio

il mio trentaseiesimo 1 maggio,
per i primi diciassette anni è stato un giorno di festa a scuola
per i successivi nove anni è stato un giorno di festa e basta
poi è stato anche un giorno di concerti attivi e passivi
un giorno di manifestanti in piazza
un giorno di pranzi con amici
un giorno di : che facciamo oggi che è festa?
un giorno di : oggi è la festa dei lavoratori... perchè?


la risposta da wikipedia  : L'11 novembre del 1887 a Chicago (USA), quattro operai, quattro organizzatori sindacali e quattro anarchici furono impiccati per aver organizzato il 1º maggio dell'anno precedente lo sciopero e una manifestazione per le otto ore di lavoro.


impiccati
impiccati


quattro quattro e quattro...
impiccati


scioperavano per lavorare otto ore
noi scioperiamo per lavorare e basta
anche solo due ore 
anche quattro ore ogni tre giorni 
anche tre ore ogni quattro giorni
anzi non scioperiamo neanche


niente, diamo i numeri...
diamo i numeri a lotto e li grattiamo sul gratta e vinci 
diamo i numeri e basta
partendo dallo zero , meno uno meno due meno tre meno quattro...
conto alla rovescia 


cervelli in fumo altro che in fuga altro che cervelli altro che fumo altro che fuga altro che...

lunedì 23 aprile 2012

Fanny & Alexander

OZ 

EAST
"Mi chiamo Koen, sono un performer e questo è il mio racconto.."

Uno spettacolo pulitissimo anzi una performance pulitissima.
gesti puliti che dialogano con il linguaggio Morse.
Il racconto di Koen non è immediato non è banale non è semplice non è per tutti.

Il Teatro dei Fanny non è per tutti.
e per "tutti" non intendo davvero tutti perchè io non conosco tutti...

EMERALD CITY

Hitler di Cattelan inginocchiato in una cornice di colori.
Il suo viso si dilata e si contrae e le smorfie diventano espressioni di sentimenti come l'odio, l'amore, la rabbia, la disperazione, la felicità....
Noi spettatori isolati l'uno dall'altro tramite cuffie da cui escono racconti in tutte le lingue e contemporaneamente.
Racconti di "cuore", sul cuore e sulla perdita del cuore e sulle malattie del cuore e sul cervello e sull'idea di coraggio e sul coraggio e sul cervello e sul cuore e sul coraggio e sul cervello...
Chissà se il mio vicino ascoltava gli stessi racconti e se il suo udito selezionava le stesse mie parole.

Quest'opera da museo d'arte contemporanea mi ha indebolito. Ero esausta.
Eppure i canali erano due : l'udito e la vista ed erano canalizzati perfettamente in cuffie e immagine e occhialini per vedere la tridimensionalità dell'ultimo video in cui Hitler = OZ riprende il linguaggio Morse a cui avevo assistito il giorno prima in EAST.




Affascinata dalla perfezione.

Questa è solamente un'altra modalità di esserci.

Esserci col cuore col cervello e con coraggio.







martedì 3 aprile 2012

CAINO

CAINO

Valdoca

Cesare Ronconi, Mariangela Gualtieri, Danio Manfredini...


1 ora e 50'  di sacralità,
 di umana sacralità.

domenica 25 marzo 2012

nonsense


nonsense al mattino con un cucchiaino 
nonsense per le strade e chiusi in casa
nonsense sulla schiena 
prudono
nonsense a quest'ora 
sotto il pigiama nonsense
le farfalle della farina 
chi non c'è
nonsense
chi c'è 
nel mento che trema
tra le ciglia bagnate
nonsense
nell'odore marcio degli organi
in questa maledetta paura
nelle tue bestemmie
nonsense
nel dolore 
in quelle risatine
carie
morsi e lividi
nel fumo prima di accendere la sigaretta e nella cenere
dopo
nonsense con la luce accesa 
nessuna benedetta preghiera
nessuna maledetta preghiera
nessuna preghiera
la pelle distaccata dal sangue
lasciata lì sul letto
nonsense
il cappio la pianta la sedia
tutto questo dolore
nonsense
la castrazione
il desiderio castrato
la distanza 
qui ora
nonsense
nonsensenonsensenonsensenonsensenonsensenonsensenonsensenonsensenonsense.....


lunedì 19 marzo 2012

Carrozzeria Orfeo


Anche stasera esco da teatro
"IDOLI"  della Carrozzeria Orfeo.

si si ho capito mi parlate della famiglia...

il nonno vecchio sulla sedia a rotelle
il figlio mezzo scemo che chatta per cercarsi la fidanzata
la madre isterica
il marito inetto che non fa altro che grattare i gratta e vinci
la ragazza che vuole rifarsi le tette
il fidanzato tifoso di calcio e violento
 e si si

e si si
scenette di vita che tutti noi già conosciamo
la vita di oggi

e si siamo madri isteriche
siamo padri idioti
siamo figli scemi
siamo fidanzate represse
siamo fidanzati violenti
siamo nonni malati

e si si


ho capito
infatti ....
torno a casa e mi chiamano i miei per dirmi che il ministero per l'istruzione ha inventato una nuova s.i.s (era sis con due"s"?)
che però si chiama t.f.a.= tirocini formativi attivi

Dopo 4 anni di università (quel maledetto d.a..m.s =quando lo chiuderanno faranno un piacere all'umanità)!
dopo i master e i mille stage e mille laboratori ... io dovrei studiare per fare un anno di scuola per essere abilitata magari a 38 anni e mettermi in graduatoria così forse a 40 anni posso gioire di fare la supplente di qualche materia del cazzo che manco mi ricordo più?

e si si

hanno ragione quelli di Carrozzeria Orfeo a descriverci come delle merde.

merde di madri
merde di figli
merde di nonni
merde di fidanzati

e si si

scenette di vita di merda!
(il teatro/danza sulle sedie a rotelle se lo potevano risparmiare!)

Comunque il teatro che mi fa vedere quello che cerco di non vedere cercando anche di farmi ridere...(non finisco la frase).

Ma a cosa serve il teatro?
ah già... a nulla!

mercoledì 14 marzo 2012

Impacciatore/Binasco

Franco Parenti 
Milano.
Sabrina Impacciatore in E' Stato Così dal romanzo di Natalia Ginzburg.
Regia di Valerio Binasco.

Il primo spettacolo che vidi di Valerio Binasco fu L'Intervista della Ginzburg.
Ero a Palermo almeno quattro anni fa.
Poi ho dimenticato il nome di questo regista.

Quest'anno sembra un nome "importante".
Lavora con Scamarcio e con Sabrina...

insomma lavora...

lavora con i nomi...

lavora con nomi di persone che hanno un nome che è un nome ma non un nome qualsiasi,
un nome che è già un nome prima di essere il nome di chicchessia!
bellissima parola : chicchessia!
esempio di frase senza nome : tizio presenta chicchessia dal romanzo di qualcuno.

ma dicevo...
Lo spettacolo è stato troppo "monologo" , in effetti è un monologo però...troppo.
bellissimo il testo.
a volte sentivo di voler piangere perché il testo mi parlava.
poi però alla commozione prevaleva lo sbadiglio.
troppo monologo.
bellissimo testo.
la regia? Dov'era? nell'immobilità di lei? forse... oppure nella scelta del mono tono? forse...

Ho salutato Sabrina a fine spettacolo (l'avevo conosciuta due anni prima a Sibari Laghi provincia di Cosenza... era il compleanno di mio padre e tutti gli amici dei miei le dicevano : " sei una delle mie attrici preferite...complimenti..." ).
Nel camerino c'era anche Paola Turci che insieme a Sabrina parlavano delle sue belle gambe e degli uomini che le guardano il culo.

l'Ho salutata e lei mi ha chiesto se mi è piaciuto ed io : bellissimo il testo.



martedì 6 marzo 2012

Kyon Teatro

Kyon Teatro

corti dramatis :


-          Si sta bene oggi
-          Oggi si
-          Oggi si
-          Anche ieri siamo stati bene
-          È vero, si
-          È stata una bella giornata
-          Ieri?
-          Si ieri e anche oggi
-          Due belle giornate
-          Ieri poi …
-          Ieri bella serata
-          E si
-          Stasera potremmo andare al cinema
-          Perché no
-          Chissà cosa proiettano
-          Chissà, non so
-          Se solo questa mosca … uffa
-          Scacciala
-          Lo sto facendo ma ritorna
-          Che fastidio le mosche
-          È vero
-          È andata via?
-          Forse, si
-          Buona la pizza ieri sera
-          Si buona, non mi è rimasta sullo stomaco
-          È vero, buona
-          Abbiamo pure pagato poco
-          Pochissimo
-          Otto euro a testa con la birra
-          E si giusto
-          Stasera mangiamo qualcosa a casa
-          Si si
-          E poi andiamo al cinema se fanno un bel film
-          Oppure stiamo a casa
-          Ma si
-          Non fa caldissimo
-          No si sta bene
-          L’aria si sta rinfrescando, l’estate finirà
-          E bè certo
-          Magari gli ultimi bagni si possono fare
-          L’ultimo week and
-          Già
-          Domani
-          Oggi no?
-          No, domani
-          Oggi si sta bene a casa
-          E si poi verranno ospiti
-          Lo so
-          Offriamo il gelato
-          Si l’ho comprato
-          E il te verde
-          E si
-          Tutto pronto
-          Ma si
-          Dobbiamo solo aspettare
-          Va bene
-          Io finisco il libro, mi mancano pochi pagine
-          Ok
-          E tu?
-          Io sto scrivendo
-          Cosa?
-          Nulla
-          Ah

martedì 28 febbraio 2012

indigestione teatrante

Nel giro-vite di una settimana ho assistito spettatrice a quattro azioni teatrali (non riesco più a chiamarli spettacoli perché la spettacolarità non mi interessa) e un "aborto teatrante".


In 168 ore e in 10080 minuti 604800 secondi ho assistito a circa 285 minuti di "teatro".


I primi due lavori sono stati "Invisibilmente" e "Semiramis" dei Menoventi.
Invisibilmente mi somiglia. Ho riso, e pensato all'invasione delle parole dei titoli e sottotitoli a cui ogni giorno ci prostriamo inconsci, all'imbarazzo di essere sempre fuori posto e contemporaneamente al posto giusto.
Al centro e decentrati per volere di forze maggiori e per forze minori, quelle del super Io  e del super Dio che anche se non ci credi esiste nel momento in cui lo nomini.
E' uno spettacolo che sembra non dire nulla e invece dice tutto.
Ma questa è la caratteristica più potente dei Menoventi.
Semiramis invece è un lavoro sulla follia, sulla schizofrenia, sulla solitudine sulla violenza e sull'illusione.
Non si può descrivere... sarebbe come descrivere una follia dentro una stanza con uno specchio e delle scritte e delle voci e un eco eco eco eco... ecco non si può descrivere.


Il terzo giorno sono inciampata per caso in un altro chiamiamolo lavoro chiamiamolo "aborto" chiamiamolo "regista/attore incompetente" chiamiamolo Paccosi.
Ma di questo davvero non bisogna nemmeno parlarne.


Il quarto giorno Il Gruppo di Teatro Campestre in Un Fischio, Samba, Morte.
Da Genova arrivano a Legnago in una mini rassegna dal titolo Teatro Teatro.
Il loro Lavoro è molto molto ironico e sarcastico. 
Quadri semplici ma non banali sulla Morte Quotidiana.
Tutto il pubblico ha riso (un pubblico non abituato a questo linguaggio non abituato al teatro di ricerca).
Un pubblico di anziani, vecchi, giovani e adulti ignari che avrebbero assistito a continui schiaffi sulla pochezza dell'essere umano di fronte alla morte.
A tutti è piaciuto tranne ad un ragazzo che pare sia andato via incazzato. Ha aspettato che finisse per andarsene via dicendo : non li sopporto!
Che meraviglia suscitare Risa e Rabbia mettendo solamente davanti agli occhi delle persone i loro ridicoli comportamenti.
I nostri ridicoli comportamenti.


Ultimo lavoro è stato "Mario" della compagnia Astorri Tintinelli.
In scena un omino, una donna, un postino, un clown e una persona sola che muore davanti ad un pubblico in lacrime. 
In scena Paola Tintinelli. 
Solo lei e mille oggetti (anche troppi) .
a farle compagnia La Strada di Fellini... Il Postino di Troisi...Il Sacrificio di Tarkovskij ..ecc...
e infine come colonna sonora di questo funerale Enzo Jannacci che canta Mario...Mario...


Mario, forse l'unica cosa di buono che hai fatto ? non avere voluto figli cos? non hai fregato il mondo tra vent'anni chiss? in quanti saremo in quanti rideremo ma ci pensi sul treno tutti impazziti a chiederci dove andremo Mario, ma tu guarda i miliardi che spendono a prendere i sassi nel cielo questi prendono, vanno, vengono, non fanno niente, ? solo un volo noi quaggi? ci sbraniamo, gridiamo ti amo ma chi la sente la povera gente gente, e ognuno la pensa in maniera diversa ognuno ha la sua testa per lo meno un figlio ti fa compagnia, ma poi scappa e vola via poich? cerca di avere nella terra la luna son sempre gli stessi ad avere fortuna Mario, non ti resta che l'amore... Mario, non ti resta che l'amore...









venerdì 24 febbraio 2012

valvola di sfogo


le donne

Le donne sono tante nella mia vita, sono il materasso dove dormo e il piatto dove mangio, sono gli abiti che indosso, sono i libri che leggo e le lacrime che verso, le donne sono le scarpe comode e scomode che indosso e che non indosso. Sono circondato da donne e dalle loro parole e dalle loro paure e dalle loro confidenze e dalle loro storie e dai loro sentimenti e dai loro difetti e dai loro profumi.

Se le amo? le Odio.

Odio le loro lacrime facili
Odio quelle voci stridule e quel fastidioso chiacchiericcio
Odio le risate rumorose
Odio quando le donne parlano all’orecchio
Odio il loro amare fortemente e il loro lasciare all’improvviso
Odio quando fanno shopping
Le odio quando bisbigliano e quando fanno le vittime
Odio le feste per sole donne e odio quando usano la parola “maschilista” o “femminista”
Odio il loro menefreghismo verso la politica
Le odio quando si credono belle o brutte
Odio quando si auto compiacciono della loro spiccata sensibilità
Odio le donne vestite da uomo e quelle vestite da puttane
Odio quelle sciatte e quelle disordinate
Odio le donne che vantano piccolezze o quelle che vantano atti eroici o erotici
Le donne che parlano di sesso le odio
Le odio anche quando fanno le finte caste o le moralmente innocenti
Odio quando hanno i nervi pre e post ciclo
Odio le donne che odiano gli uomini e quelle che odiano le donne.

L’odio è la mia valvola di sfogo.

dove mi trovo?

sono appena atterrato,
mi avevano detto che avrei trovato la "gente".
ma questa gente è brutta.
vedo gente brutta ovunque.
di rado vedo gente bella.
io sono un nano col naso lungo e il viso segnato ma c'è gente più brutta di me.
c'è gente che puzza in giro e c'è gente vestita con scarponi di plastica ripieni di pelliccia di topo.
usano enormi giubbotti di nylon e accessori volgari.
le donne usano camminare su scarpe alte e spesse come zoccoli.
usano vestirsi di finti leopardi e finti giaguari e finti pitoni e finte zebre.
hanno sul viso quantità enormi di fard e rossetti e smalti e ciprie e ombretti.
le loro espressioni sono tristi e affamate.
i loro corpi sono disfatti e deformi.
cosce enormi e seni cadenti.
cosa c'è che non va?
che fine hanno fatto gli abiti e i cappelli e i foulard e i collant e la cipria bianca e gli ombrellini e i bastoni?
le bombette le pagliette e i cilindri?
i guanti bianchi e il fiore all'occhiello?
le scarpe lucidate e l'andamento costante ed elegante?


mi mancano le buone maniere e i silenzi.


elegante era il mondo elegante il vivere.
mi manca la tanto maledetta borghesia.
non ci restano che gli scarti, le finte tendenze.
tutto è volgare.
volgare questa crisi che rende volgari.
volgari le notizie che rendono volgari.
volgare il tempo reso volgare.
volgari le mode.
volgari i discorsi e il far passare il tempo senza il suono degli orologi a pendolo.


giovedì 23 febbraio 2012

Morg'hantieff

Ieri sera.
mercoledì 22 febbraio 2012.
Modo Info Shop.
Bologna.


Claudio Morganti ha presentato il suo libro... insieme ad Altre Velocità.


"il teatro di regia è come una colata di cemento che serve a coprire dei buchi sul palcoscenico...quei buchi sono il teatro" ...questa è solo una delle frasi che spiegano il Teatro secondo C.M.


"l'attore che non ha maestri non esiste"
"l'attore che sa fare la parodia di se stesso è l'attore sublime"...


eccetera e quando dico eccetera è perché purtroppo non sono un registratore.
un registratore è più sicuro di me che sono insicura di me.
Ieri sera al Modo c'erano attori e studenti e compagnie di teatro e scenografi, insegnanti dell'accademia.
Eravamo tutti (tanti ma pochi) stretti in quella piccolissima e preziosissima libreria.
Morganti ha concluso dicendo : "basta devo fare la pipì".
e tutti insieme siamo andati a fare la pipì, chi nel locale affianco chi è tornato a casa chi forse per strada e chi come me ha aspettato lo scoppio della vescica.
Ieri sera al Modo c'era anche un ragazzo Uruguaiano, un ingegnere che ci ha parlato dell' Uruguay e che stasera verrà a teatro a vedere Semiramis, uno spettacolo dei Menoventi.
Ieri sera non sembrava di essere a Bologna e quando dico Bologna mi riferisco a quella città vuota di spettacoli e con i teatri chiusi.
Ieri sera sembrava la miccia, l'ennesima miccia per accendere qualcosa e quando dico qualcosa è perché non voglio usare le solite parole tipo rivoluzione che mi fanno cagare che non ci credo più!
accendere qualcosa qualcosa purché sia accesa!
Parlare di Teatro tra teatranti è un po una grande sega di gruppo ma è già qualcosa.
Parlare di teatro non dovrebbe essere parlare di teatro , dovrebbe essere parlare e basta o parlare di tutto. Infatti di tutto si è parlato.
Di matematica di scienza di famiglia di strutture architettoniche di calcio di sesso di problemi comunicativi di finanziamenti di critica di progetti di rabbia di comicità e di letteratura di storia e di studio.


Ieri sera a Bologna almeno 7 pakistani mi hanno chiesto di comprare accendini ma la miccia era a portata di mano...





lì-lì per...

i nuovi mortali
i vecchi già morti
giovani morenti
generazioni di deficienti ...deficienti con la i ?
i nuovi nati
i vecchi che stanno lì lì ...che bella esptressione "lì lì"
lì lì come per dire quasi quasi come per dire ora ora come per dire mo'mo' adesso adesso...
giovani che non ci sono mai stati.
Si è sempre troppo piccoli o troppo grandi
non si è mai troppo giovani.
i nuovi già vecchi
i vecchi mai nuovi
intere generazioni di mortali invadono le strade e gli edifici per esporre il proprio lamento.
il lamento bavoso di chi non sa fare altro.
aggrappati ai pixel delle TV accese e mai più spente.
In morte costante come in un baco di saliva al sapore di ibuprofene.
inquinati dalle voci di vermi di putrefazione altrui.
intere generazioni affamate di grasso e di obesità.
gli obesi sudano grasso.
intere generazioni di libri mai letti e nozioni mai sapute.
intere inermi generazioni di merda.
giovani imbecilli imbecilli con la m?
si
generazioni corrette dal p.c.
interi figli di
nipoti di
interi parenti di
della famiglia di
strettamente collegati dal legame DNA
unico legame tra un pezzo di carne e l'altro.
intere generazioni di pezzi di carne che respirano senza chiederselo.

nano secondo



Scrivere è come sbadigliare, ti si otturano le orecchie, chiudi gli occhi, e per un nanosecondo non ci sei. 

Il nanosecondo è un perdente, perché è nano ed è sempre secondo a qualcuno.

Il nano ha la sua funzione nel mondo, nel mondo in un nanosecondo succedono milioni di cose : nasce e muore qualcuno in un nanosecondo, ride e piange qualcun altro, qualcuno sta guidando e altri corrono, qualcuno lavora e altri si disperano per la fame, molti respirano e troppi non lo fanno, in un nano secondo c’è gente felice e altra incazzata, in quel nano secondo milioni di persone stanno facendo l’amore e altrettanti milioni stanno odiando i loro simili e i loro pari e i loro e basta.

Il nanosecondo comanda i minuti e le ore e i giorni, perciò è sempre secondo perché fa fatica a stare dietro a tutto e a tutti. Povero nano. secondo.