Nessun figlio può dire di conoscere i propri genitori.
Se non attraverso piccoli aneddoti e brevi storielle di distorte memorie giovanili.
Quei genitori sono ragazzi cresciuti che hanno avuto dei figli e hanno continuato a crescere.
Nessun figlio può dire di conoscere quei ragazzi.
Che poi crescono a dismisura fino a invecchiare e chi conosce chi?
Nessun vecchio genitore riconosce se stesso così invecchiato.
Nessun figlio conosce davvero quei ragazzi invecchiati.
Che i figli non c'erano quando quei ragazzi facevano l'amore e parlavano per ore fumando chissà cosa.
Nessun figlio c'era.
Non ho mai conosciuto davvero i miei genitori.
Ricordo che avevano nemmeno 40 anni e già per me erano adulti.
E già per me appartenevano ad un altro universo distante molto distante.
Nessun figlio può immaginare come è cambiata la loro vita dopo la sua nascita.
Chi conosce chi?
Nemmeno loro conoscono i figli che in realtà si convive insieme per anni mettendo in comune ogni cosa materiale e immateriale.
I genitori sono le favole in audiocassette e sono il lettone che ti accoglie quando il buio diventa più buoi.
Nessun figlio può davvero conoscere quei due ragazzi invecchiati che chissà quante risate si sono fatti da giovani e quanti pianti e chissà cosa pensavano della vita del tempo del fatto di metterti al mondo.
Chissà se ci hanno pensato davvero.
Nessun genitore può dire di conoscere i propri genitori che sono ancora più vecchi.
Si invecchia tutti, i genitori, i genitori dei genitori e i figli.
Che poi in realtà è il tempo che passa e i corpi insieme a lui.
E dentro la testa diventa sempre più piena fino a scoppiare.
quando scoppia si muore.
E poi restano gli altri ad invecchiare e ad aspettare di scoppiare.
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